Pubblicità al gioco d’azzardo: diretta, indiretta e gratuita

Il dibattito sul gioco d’azzardo è diventato quotidiano e costante. La patologia, le leggi, le scelte etiche e i movimenti che nascono a sostegno di una cultura di gioco diversa  sono un’evidenza di come il “gioca responsabilmente” non è sufficiente a contenere i significati e la tutela di questa attività che ha permeato il territorio, la vita e le finanze degli italiani. Azioni e proposte arrivano sia dalle piccole amministrazioni, sia dalle associazioni di categoria e sia dai vari partiti e movimenti che tentano di trovare un margine di azione in una realtà legislativa che appare ancora quasi impenetrabile.

Tra i fattori che vengono considerati di vulnerabilità ad un gioco eccessivo c’è la sovraesposizione: sia in termini di occasioni di gioco sia in termini di pubblicità costante. La pubblicità ha la sua espressione diretta quando viene sponsorizzato il gioco specifico e chi lo produce, seguendo le leggi del marketing che devono invogliare all’acquisto/consumo. E’ molto diffusa, nel gioco d’azzardo, anche la pubblicità indiretta operata dai media (giornali stampati/online e tv) che riportano le notizie di vincite al gioco d’azzardo come fatti di cronaca. Sulla pubblicità diretta è chiaro che ciò che la rende possibile sono gli investimenti  che il mercato dell’azzardo si può permettere di fare comprando spazi (fisici e virtuali) per sponsorizzare il proprio prodotto. Ma su quella indiretta rimangono molti dubbi sia giornalistici che etici su quanto le notizie di vincite al gioco d’azzardo siano effettivamente fatti di cronaca.

Se per esempio ipotizziamo lo siano; quanto impatto ha questa notizia su chi gioca? E’ ragionevole pensare che queste notizie siano un grosso incentivo, abbiano cioè un potere ammaliante e seducente nei confronti di giocatori e non ? Vi è poi un’ulteriore considerazione che riguarda il fatto che in alcuni casi non vengono battute solo notizie di vincite con montepremi stellari, ma anche vincite di modesta entità ( ad es.  15mila euro) che alimentano l’illusione del giocatore che la vincita sia prossima, possibile, e molto spesso “sotto casa”.

Se la pubblicità diretta è giustificata dall’entrata economica di chi vende lo spazio, per quella indiretta rimangono aperti alcuni dubbi sul perchè questo succede. Tra i vari temi sul piatto nel dibattito sull’azzardo c’è la richiesta di scelte “etiche” da parte dei commercianti ai quali viene riconosciuto un simbolico marchio di riconoscimento (locale slot-free) e sgravi fiscali o incentivi economici. L’informazione ha un impatto sul giocatore tanto quanto la visione di un gioco fisicamente installato; lo sottopone in ogni istante ai suoi stimoli seducenti e le notizie di vincite sono un forte rinforzo sulla convinzione personale che sia il momento giusto per giocare (e quindi vincere). In attesa di una normativa che limiti questo tipo di notizie, è necessario  dunque che anche i giornalisti e le testate etiche che non promuovano pubblicità diretta e/o indiretta possano essere riconoscibili, alla tregua dei bar, come gambling-free.