Un’esperienza carica di momenti dolorosi e difficoltà che trovano vie di fuga diverse nel consumo ma molto simili nel loro significato.
A partire dalle sostanze più pericolose fino ad arrivare al gioco d’azzardo legale.
Questa la testimonianza di Giacomo.


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“Ora la mia droga è legale, ma sono ancora un tossico”

„Ho iniziato a usare droghe leggere a 15-16 anni, poi man mano ho fatto tutta l’escalation fino ad arrivare all’eroina – racconta Giacomo – Con la consapevolezza che ho oggi, ho realizzato che tutto è partito da un disagio esistenziale: i rapporti con i miei genitori… Poi vengo da una famiglia meridionale, ci siamo trasferiti qua quando avevo 6 anni, e già essere trapiantato dal sud al nord per me era un disagio, neanche parlavo l’italiano, ma solo il dialetto. Non riuscivo a legare con gli altri bambini, ero sempre isolato, giocavo da solo. Crescendo, poi, non riuscivo a vivere neanche i rapporti con l’altro sesso: per me erano dei tornadi, delle tempeste. Quando sono entrato nelle sostanze, le droghe mi hanno dato l’aiutino, mi facevano sentire in qualche modo uguale agli altri. Passare la canna mi faceva sentire parte di quel gruppo, quando io non mi sentivo parte di niente. Andando avanti ho incontrato l’eroina, e lì è stato amore a prima vista: per me era la medicina che mi faceva vivere come io volevo vivere, disinibito, senza problemi nei rapporti con gli altri. In quel momento io stavo curando questo mio disagio, assumendo l’eroina mi sentivo parte di qualcosa, uguale agli altri, quando invece mi sentivo sempre diverso dagli altri. Mi sentivo all’altezza di una relazione, quando senza non riuscivo a viverla. Non sapevo come vivere. Oggi sembra stupido tutto quello che ho passato, sembrava così semplice vivere ‘normale’; invece c’era qualcosa dentro che era qualcosa di forte, un disagio enorme, un dolore pazzesco. Assumere quella sostanza mi faceva sentire bene“