Il consumo di psicofarmaci (antidepressivi, ansiolitici e ipnotici, antipsicotici, stabilizzatori dell’umore, stimolanti) in Italia, secondo i dati del rapporto Osservasalute 2014,  dopo l’aumento costante registrato nel decennio 2001-2011, sembrava aver raggiunto nel 2012 una fase di stabilità (36,8 DDD/1.000 ab die: 36 dosi definite giornaliere ogni 1000 abitanti), mentre, in realtà, per l’anno 2013 si è registrato un nuovo incremento (39,1 DDD/1.000 ab die).

 I giovani si cibano di chimica senza conoscere come, quelle stesse molecole, li trasformerà nel corpo, nei pensieri, negli affetti e nelle relazioni: nella modalità cioè di essere al mondo.  

Tuttavia questi dati fanno riferimento ai farmaci prescritti da specialisti, da aziende ospedaliere e da medici di base, non tenendo dunque conto dell’utilizzo sommerso di queste sostanze psicoattive.

Lo studio del CNR  del 2015 mette però in evidenza come parte degli psicofarmaci consumati, siano utilizzati da adolescenti. Dallo studio emerge infatti che il 10% dei teenagers italiani ha usato questi farmaci (contro la media europea del 6%), acquistati in mercati paralleli, spesso online. Il 17% degli studenti tra i 15 e i 19 anni hanno almeno una volta nella vita utilizzato psicofarmaci non prescritti. Prevalentemente si tratta di farmaci per dormire, seguono quelli per studiare meglio e più a lungo, per prolungare le notti, per regolarizzare l’umore e per far passare lo stimolo della fame.

Quello che più inquieta in questo scenario è  il fatto che, come afferma Massimo Recalcati“non si tratta più di curare la malattia che ci affligge, ma di offrire alla vita l’illusione di una sua espansione e di un suo rafforzamento artificiale. La cura lascia qui il posto ad un doping indotto che esalta le funzioni del corpo e del pensiero […]“.

Una nuova forma di abuso di sostanze il cui accesso è facilitato dal fatto che si tratta di sostanze legali, a buon mercato, spesso trovate in casa o acquistate su internet, la cui assunzione viene associata all’abuso di alcol, o di altre sostanze illegali diffuse tra i giovani (cannabis, cocaina, psicostimolanti e smart drugs). Associazioni di molecole chimiche molto diverse tra loro, i cui rischi per la salute, nel loro uso in età adolescenziale e nel loro uso associato ad altre sostanze illegali (per questo di difficile comprensione a livello chimico poiché “tagliate” con differenti sostanze) sono ad oggi ancora scarse se non sconosciute.